Italia e prostituzione, si apre il dibattito.

La proposta della amministrazione romana nei primi giorni di febbraio, di creare una zona dove concentrare le prostitute della capitale, ha dato origine a tutto.
L’idea è stata avanzata dal presidente del IX Municipio (Eur) Andrea Santoro “Il progetto in questione è prima di tutto un’operazione di recupero sociale.” (Corriere della Sera)
La proposta ha ricevuto il plauso dall’assessore alle pari opportunità Cattoi e del sindaco Marino pienamente favorevole alla creazione di “zone di tolleranza, lontane da parchi pubblici dove vanno le famiglie”. (Corriere della Sera)
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. L’ira dei vescovi e del mondo cattolico non si è fatta attendere, “Un’ipocrita (e forse ideologica) operazione per il ‘decoro urbano. Non un impegno contro il degrado umano. E’ una sorta di Amsterdam denoantri“. (L’Avvenire)
Per il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, le zone rosse “non si possono fare. Nel momento in cui si indicano delle zone si configura il favoreggiamento, per cambiare questa situazione, c’è bisogno di un dibattito in Parlamento per arrivare a una normativa che modifichi la legge Merlin“.
The last but not the list, il Pd nazionale. Una cospicua frangia ha accolto il Santoro pensiero con perplessità. Alcune parlamentari vicine a Renzi in una lettera al sindaco capitolino “La proposta di creare aree dedicate alla prostituzione è da respingere con fermezza“. Lorenza Bonaccorsi, segreteria nazionale “L’aspetto che non si può in alcun modo ignorare è il legame stretto tra prostituzione e traffico di esseri umani“.
Non solo critiche in quota Dem, la consigliera alle Pari Opportunità, Giovanna Martelli all’Huffington Post”Marino ha avuto coraggio a prendere una posizione netta in una questione difficile, sono sua alleata“. Poi però il governo si è smarcato “L’onorevole Martelli parla per se” (Ansa)
A rimettere insieme i cocci, che oramai quotidianamente volano in casa Pd, ci ha pensato la senatrice democratica Spillabotte con una proposta di legge. L’intento è “colpire lo sfruttamento e allo stesso tempo lasciare le escort libere di esercitare la loro professione” su scala nazionale, non solo nella capitale. Fra i punti chiave dell’iniziativa: abolizione del reato di favoreggiamento, che dovrebbe rendere più facile l’affitto di case dove esercitare la professione (è una parola) e istituzione di zone particolari da destinarsi alla prostituzione (ma il Pd non le aveva bocciate?)
Insomma il tema è caldo, non v’è dubbio, sembra avvicinarsi un nuovo tentativo di cambiare l’attuale normativa in materia di prostituzione che risale al 1958.
Lezioncina di storia. Nel ’58, dopo un dibattito lungo anni, con la legge Merlin si proibì l’attività dei bordelli italiani e si introdusse il reato di favoreggiamento e sfruttamento. Già da allora la questione divise, volendo scomodare Montanelli “In Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l’intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia”. (Addio Wanda, 1956)
Ciò che è singolare, al di la del trambusto di dichiarazioni, è la leggerezza con cui sono state avanzate le proposte.
Riguardo alle zone da dedicare al meretricio, l’amministrazione romana non sembra aver trovato una collocazione ufficiale dell’hot spot “Sarà oggetto di un confronto in Prefettura, a breve” , pare dunque avventato quanto dichiarato “Possiamo partire ad aprile, libereremo l’Eur da un fenomeno che investe il quartiere da almeno 30 anni e proveremo a contrastare la tratta“.
Come si trasferiranno materialmente le prostitute? Le istituzioni dialogheranno direttamente con i clan che gestiscono il racket delle donne, per negoziare i termini del trasloco?
Il comune rileverà l’attività alle cosche o le lascerà operare in regime di libero mercato?
Sarcasmo a parte, la proposta del Campidoglio ha aperto la strada, ma è raffazzonata .
La proposta parlamentare, che a detta della promotrice è da giorni in calendarizzazione, speriamo possa ridare decoro alle strade, non solo a Roma. Di elementi per valutare l’idea Spillabotte pochi ce ne sono, perciò non resta che prestare attenzione al tema e al dibattito che ne conseguirà.
Per il momento solo Salvini si è schierato con nettezza sulle aree di prostituzione en plain air, “Per me è una cazzata, cancelliamo la legge Merlin e riapriamo le case chiuse, regolamentandole, togliendo le donne dalle strade e tassando la prostituzione“.
Morale della favola. La proposta della giunta capitolina sposta il problema, ma non reca un disegno costruttivo per risolverlo. In aula c’è una opaca proposta per rivedere i termini della questione prostituzione, ma gli appigli per valutarla sono men che pochi.
Che l’Italia stia andando a puttane (su tutti i fronti) è conclamato, il dibattito però è aperto. Chissà che dal cilindro di qualcuno non esca un coniglio più realista ed onesto di quello della legge Merlin.