Fedez contro tutti.

Ieri non dev’essere stato difficile imbattersi nei titoli di giornale che riportavano i dettagli sulla lite fra Fedez e Filippo Facci, editorialista di Libero. Sembra che il rapper milanese abbia sporto querela per diffamazione nei confronti del giornalista. Facci e il quotidiano Libero, avrebbero scatenato una campagna mediatica denigratoria nei confronti del giovane artista, a seguito delle dichiarazioni twittate il 30 aprile in solidarietà al movimento No-Expo.
Di seguito i tweet di Fedez, casus belli di tutta la diatriba e alcuni estratti del botta e risposta via twitter fra il rapper e il giornalista.
La vernice sui muri dei #NoExpo indigna più delle infiltrazioni mafiose di Expo.Di questo passo daranno la scorta di Stato agli imbianchini.
— Fedez (@Fedez) April 30, 2015
I danni dei #NoExpo sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e le speculazioni economiche di EXPO.Indignati a giorni alterni!
— Fedez (@Fedez) April 30, 2015
Su Libero di domani scrivo un pensoso e autorevole editoriale in cui asserisco che se incontro @Fedez gli tiro due sberle.
— Filippo Facci (@FilippoFacci1) April 30, 2015
Ecco il pezzo in cui Facci si scaglia contro Fedez.
Fra Fedez, giovane paladino della giustizia e delle bimbeminkia e Facci, malvagio principe delle tenebre di Fininvest (ce lo ricordiamo per le cannonate caricate a mitraglia nei confronti di Tea Falco) sembra essere guerra aperta insomma è se così fosse faites vos jeux messieurs.
Ciò che però spicca nello spulciare le cronache, è la propensione del baldo rappettaro per il contraddittorio e per il dibattito.
Forse vi ricorderete di lui per il sanguigno scambio che ebbe con Giovanardi , nel salotto tv di Giulia Innocenzi AnnoUno <<Lei ha dichiarato che Stefano Cucchi è morto disidratato. Io stasera muoio disidratato perché certe cazzate non me le bevo>>. <<La sua legge(Fini-Giovanardi) è anti-costituzionale!>> <<Io penso he Giovanardi abbia l’onestà intellettuale della pubblicità dell’allungamento del pene>>.
Anche con il collega Jovanotti ci fu confronto. Il primo aprile, il cantante toscano inviò un tweet di pace a Matteo Salvini riguardo una differenza di opinioni in materia di multiculturalità. In quel caso Fedez entrò bruscamente nella disputa, chiedendo chiarimenti a Cherubini che ai suoi occhi sarebbe stato troppo blando con il leader lumbard.
A suggellare la carriera di artista-impegnato, c’è la composizione dell’inno del Movimento 5 Stelle (cliccate qui per ascoltare il masterpiece), anche se Fedez sembra aver dichiarato <<Se a Grillo piace l’inno? Gli fa cagare>>. Il Pd avanzò anche perplessità riguardo la sua presenza come giudice di X-Factor <<(…)La decisione di Fedez di scendere in campo in politica, come autore dell’inno ufficiale della manifestazione di Beppe Grillo e del suo partito al Circo Massimo, può creare certamente uno scollamento con l’immagine sempre imparziale di Sky>>. Le replica<< Fascisti>>
Ecco, il bravo Fedez è entrato nell’olimpo degli artisti impegnati; forse lui non lo sa, ma i media è da tale che lo trattano, sia con i fischi che con i bravò.
Qual è il guaio? Che una volta avevamo Volontè, Gaber, Tenco, Pasolini e De Andrè che dell’impegno sociale e politico ne fecero ragione di vita e professione. Ogni loro gesto veniva ragionato in virtù della precisa funzione politica che sentivano di rappresentare e ciò faceva di loro degli intellettuali oltre che professionisti dell’arte. Con questo non è giusto fabbricare la croce da buttare addosso al rapper Fedez, che dopotutto ha solo 25 anni. Egli è espressione della società in cui vive, che lo nutre e gli garantisce successo. Fino a che quella società non accetterà di evolversi e uscire dal sonno lutulento in cui vive, “intellettuali” bambini saranno il suo specchio e rimarranno tutto ciò che ci sarà a guardia del potere e delle sue derive.