Ode a Tom Cruise

Thomas Cruise Mapother IV, cioè Tom Cruise, è uno degli attori più odiati di Hollywood. Nonostante una sfavillante carriera, con grandi collaborazioni, ruoli e scene cult che porterebbero a pensare il contrario, negli ultimi anni il pubblico non lo apprezza come potrebbe.
Nasce a Syracuse il 3 luglio del 1962 e già con la data e il luogo pronostica quasi con esattezza il suo celeberrimo ruolo in Nato il quattro luglio. Fin da subito collabora con grandi registi per grandi ruoli e solo negli ultimi anni ha avuto una fase “negativa” se paragonata a quella iniziale.
Ha recitato con Paul Newman ne Il colore dei soldi di Martin Scorsese, è stato protagonista ne Il socio di Sydney Pollack – che rincontrerà poi, non come regista ma come attore, in Eyes Wide Shut – e per due volte è stato diretto da Spielberg in Minority Report e La guerra dei mondi. Con grande bravura è riuscito a calarsi in ogni parte e ogni genere di film, dal drammatico in Rain Man, al comico in Tropic Thunder, ma anche come “cattivo” nel Collateral di Michael Mann. Ha riscosso però un maggior successo per i film d’azione, nei cui ruoli ha quindi plasmato la sua fama. Fermiamoci un attimo e ripensiamo a famose scene cult del cinema, come non pensare a quelle in cui c’è proprio Tom Cruise? La scena del ballo in mutande, camicia e Ray-Ban Wayfarer di Risky Business, la moto e il giubbotto di pelle in Top Gun, la sospensione ad un centimetro da terra nel Mission: Impossible di Brian de Palma. Queste sono solo alcune delle sequenze che lo vedono come protagonista. Con quest’ultimo film, Tom Cruise è riuscito a creare un’alternativa a James Bond/007, non siamo allo stesso livello d’accordo, ma ad oggi è l’unica variante all’agente segreto di Sua Maestà. Pensateci un attimo: con il nome del film e con l’inconfondibile tema di Lalo Schifrin si pensa subito a Tom Cruise nel ruolo di Ethan Hunt. Un po’ come per James Bond e la sua sequenza d’apertura. In molti ripensando a Top Gun hanno un ghigno irriverente, ciò nonostante – come per il sopra citato Mission: Impossible – questo è entrato nel gergo comune proprio grazie al caro Tom.
Tom Cruise, il cui volto ha ispirato anche i disegnatori della Disney per Aladdin, è famoso per il suo sorriso. Con questo comunica simpatia allo spettatore, ma anche inquietudine. E qui sta la sua grande bravura, riuscire a trasmettere due sensazioni così lontane con un unico strumento che convenzionalmente è utilizzato per esprimere un concetto positivo. La sua espressività è stata anche alla base dell’interpretazione di Christian Bale in American Psycho. Christian Bale infatti dopo aver visto una sua intervista al David Letterman Show trovò la chiave di volta per interpretare il sadico misogino assassino del libro di Bret Easton Ellis, rimanendo affascinato da quegli occhi vuoti ed al tempo stesso cordiali, proprio come quelli che si attribuirebbero a Patrick Batman. L’attore americano inoltre fa una breve apparizione nel libro stesso, in qualità di inquilino dello stesso lussuoso condominio di Patrick.
Per cercare di definire al meglio Tom Cruise prendiamo, tra i molti film che ha fatto, tre titoli.
Iniziamo con Il socio di Sydney Pollack, un classico del genere thriller, e usiamolo come pretesto per parlare anche di Eyes Wide Shut. Nel primo interpreta il ruolo di un giovane avvocato che entra a far parte di uno studio legale di successo. Gli affari dello studio sono legati alla malavita organizzata e il rampante legale ne rimane invischiato insieme a sua moglie. Non vuole partecipare agli sporchi intrighi dei colleghi i quali iniziano così ad usare lo strumento del ricatto verso di lui. Il protagonista è tormentato, pedinato ed invitato a desistere dai suoi intenti. Il film mostra in questo un collegamento con il secondo citato. C’è un utilizzo simile della paura, ma in modo più palese e quindi meno raffinato. In Eyes Wide Shut, ultimo film di Stanley Kubrick, Tom Cruise recita a fianco dell’allora moglie Nicole Kidman e insieme fanno emergere la perversione e il senso di colpa, con pochi dialoghi, molti sguardi e lunghe camminate del protagonista.
Nel 1989 collabora con Oliver Stone in Nato il quattro luglio e dimostra la sua bravura in un ruolo drammatico per niente facile. Riesce a comunicare la disperazione di un reduce del Vietnam tornato dalla guerra senza l’uso delle gambe e con una fede incrollabile nel suo Paese che inizia a scricchiolare. Non ci sono scene d’azione e tutto ruota intorno al dramma del protagonista, il quale passa da una forte devozione per la causa americana – fino al punto di dirsi pronto a sacrificare la sua vita sul campo di battaglia – ad una netta opposizione all’interventismo militare. Non un tradimento dei propri ideali, ma una presa di coscienza delle proprie azioni.
Il terzo film è Vanilla Sky del 2001. Il film è del genere drammatico-psicologico e racconta la storia di un uomo rinchiuso tra la realtà e l’immaginazione con la confusione che questo ripercuote nella mente umana. Il dolore di un incidente che lo ha visto partecipe, l’amore per una donna che rimane indissolubilmente “attaccata” alla sua psiche sono il motore di questo stupendo racconto. Come in Nato il quattro luglio anche qui non c’è l’aspetto estetico che può essere usato a discapito dell’attore. In gran parte del film ha il volto sfigurato o coperto e la capacità di coinvolgere lo spettatore nella frustrazione del protagonista è veicolata attraverso dei movimenti sgraziati. Proprio come per il film di Oliver Stone è in un ruolo drammatico che si apprezzano le sue capacità attoriali.
Alla luce di queste considerazioni come si può non apprezzare Tom Cruise? Come si può sottovalutarlo? Per la sua fede religiosa in Scientology? Troppo poco. Come si può accusarlo per alcuni suoi recenti film, come La Mummia, film non bellissimi d’accordo ma valutazioni simili allora perché non farle anche per Matthew McConaughey? Quest’ultimo ha avuto una carriera decisamente più altalenante con più commedie d’amore identiche tra loro e solo negli ultimi anni ha interpretato grandi ruoli che lo hanno portato all’Oscar. Inoltre, di recente anche lui non sta riscuotendo granché successo con i film in cui è protagonista.
È evidente che debba essere riconsiderato il Tom Cruise attore, vista la sua carriera, visto il suo magnetismo e l’icona che senza dubbio è. Non mi stupirei se tra qualche anno, magari con la fiducia di qualche grande regista, ritornasse alla ribalta facendo cambiare idea ai detrattori di oggi.