Il fascino del film noir

C’è sempre una donna al mondo che riesce ad ingannarci e il solo modo di evitare questi guai è quello di invecchiare, perciò io sarò contento di invecchiare. Chissà se vivrò tanto a lungo da riuscire a dimenticare, ma temo che morirò molto prima. (La signora di Shanghai, Orson Welles, 1947)
Una stanza buia con luce tagliente che entra dalle veneziane della finestra, in piedi un uomo con cappello abbassato che mostra solo un occhio e la sigaretta in bocca. Questi sono i primi elementi che possiamo individuare per definire il genere cinematografico chiamato noir i quali mostrano subito un grande fascino del personaggio e dell’ambiente in cui questo si muove. Il noir, nella sua accezione classica cioè americana, è quel genere che deriva dal thriller psicologico e più in particolare dal gangster movie, che trova le sue basi nella letteratura hard-boiled degli anni ’30 e che, a parere dei più importanti critici, può essere ricondotto a quella serie di film che partono dal 1941 con Il mistero del falco (ma anche un anno prima nel 1940 con Lo sconosciuto del terzo piano) e che finisce nel 1958 con L’infernale Quinlan di Orson Welles. Un genere che ha influenzato poi molti film, evolvendosi nel giallo e ritornando poi con il neo noir di Roman Polanski in I del 1974 e in L.A. Confidential di Curtis Hanson del 1997. Cerchiamo di identificare meglio questa serie di film con i suoi capisaldi e quindi ciò che ha reso alcune pellicole così iconiche e affascinanti.
Gli elementi essenziali del noir sono pochi ma potenti. Come già detto, un particolare utilizzo della luce, definita low-key, cioè un uso del chiaro scuro che esalta il volto dei protagonisti e il loro carattere, ma anche l’ambiente che in prevalenza è quindi notturno e che si alterna tra appartamenti, diner oppure strade deserte della città. I caratteri appunto, due in particolare emergono con forza dai racconti: tipico della letteratura hard-boiled è quello del protagonista, un investigatore (facente parte o meno della polizia, ma se ne fa parte è un corpo estraneo in quanto non si riconosce nei metodi canonici di agire del poliziotto) che si incontra-scontra con la dark lady, la donna sensuale e fatale, la quale si inserisce di prepotenza nella vicenda e che insieme al destino porta ad uno sconvolgimento dei piani del protagonista. Lui, con una visione disillusa del mondo, emarginato dalla società per sua volontà; lei facente parte di questa ma che la ripugna dal suo interno, attratta dall’uomo rude, con modi spiccioli e risposte a monosillabi, pronto a far male (proprio come lei) ma che infondo ha un cuore buono. Di giorno rinchiusi in stanze fumose e poco illuminate, di notte tra un whiskey e molte sigarette la vera vita nella metropoli che dorme e dove il pericolo diventa seducente. Tutto questo condito da frasi ad effetto che mostrano la sfrontatezza e la sensualità dei protagonisti, con quel modo di fare irriverente che cela (neanche troppo bene) una paura verso il futuro ed un rimpianto per il passato.
Tre elementi portano alla nascita del genere noir. La crisi del gangster movie a causa della censura realizzata con il Codice Hays, dal nome del politico che presiede l’Associazione di vigilanza sui contenuti dei film ritenuti di influenza negativa nella loro violenza ed esaltazione del criminale. Il successo della letteratura hard-boiled basata su di un investigatore dal carattere scontroso e i modi sbrigativi. A riguardo bisogna però precisare che il film noir non ha sempre come protagonista un detective, tuttavia questo ha un profilo che gli si avvicina. Trattasi sempre di un uomo che in qualche modo ha a che fare con loschi affari (La signora di Shanghai), oppure è un innocente ritenuto responsabile di un crimine (La fuga), oppure ancora è un fuorilegge, ma non un assassino (Gilda). Il vero elemento che accomuna tutti questi uomini è un passato oscuro, un presente tumultuoso e nessun interesse per il futuro, perché incapaci di trovare equilibrio nella società in cui vivono. Terzo elemento che ha portato alla proliferazione dei film noir è la spinta concorrenziale tra tre grandi case di produzione quali la RKO, la Paramount e la Warner. Ognuna a modo suo ha inserito sfaccettature personali al genere noir contribuendo al suo successo. La prima dando fiducia a Orson Welles dopo lo scarso successo di pubblico di Quarto potere; il cineasta sarà alla regia e come protagonista de Lo straniero e in particolare con La signora di Shanghai. Non solo, la RKO sarà anche la produzione del film da cui nasce il genere noir, cioè Lo sconosciuto del terzo piano. La seconda casa di produzione (Paramount) prende una strada più dispendiosa, ricorrendo al più importante nome della letteratura hard-boiled cioè Raymond Chandler. Nascerà così La fiamma del peccato, altro capolavoro immancabile per la visione del genere in commento. La Warner infine decide di sviluppare il suo noir basandosi su di un attore in particolare. Se la trasposizione del noir nella pittura è Edward Hopper, la personificazione di questo è senza dubbio Humphrey Bogart. È su di lui che la Warner realizza nel 1941 Il mistero del falco (pellicola co-creatrice del genere con Lo sconosciuto del terzo piano) dando così forma alla figura del detective dalla risposta veloce e affilata, Sam Spade. Altre due sono le pellicole che escono sempre dalla Warner e che vedono Humphrey Bogart protagonista, questa volta però con qualcosa in più, una donna che titaneggia accanto a lui, Lauren Bacall. Si incontrano per la prima volta nel film Acque del sud (di Howard Hawks, una sorta di riproposizione di Casablanca in tutto e per tutto, anche se tratto da un racconto di Ernest Hemingway) e si ritrovano poi nel campo del noir ne Il grande sonno (sempre di Hawks e basato sul primo libro di Raymond Chandler) e, ad avviso di chi scrive, nel più bel film del genere (a pari merito con La signora di Shanghai) dal titolo La fuga. Infine saranno protagonisti anche di un altro noir, dai toni però meno evidenti, ne L’isola di corallo.
“Diffidenza e stanchezza, saggezza e scetticismo” queste le parole del critico cinematografico Bazin per Humphrey Bogart. E visto che Bogart è il più grande interprete di questo genere si può dire lo stesso per il noir. Ad oggi siamo sommersi da film e serie tv di genere quasi esclusivamente fantasy, può essere quindi utile disintossicarsi da questo con film noir, il cui fascino non è stato mai superato.