La mattina ha il sangue in bocca

Siamo immacolati,
fossili d’asfalto.
Amanti di autostrade
innamorati
di tutt’altro.
Rispondono male
e con arroganza
le fronde
di alberi interpellati,
dimenticati
nell’imminente arrivo
di una domenica estiva.
Bocche calde
si passano veleno
tranquillamente
davanti a tutti
in piazza.
Ne cade una goccia
e crea una voragine
nella terra.
È la maledizione
degli uomini
per quello
su cui regnano
ignari
che anche un ragno
abbia lo stesso valore loro.
Bocche calde
si scambiano
petali rossi
figli
di discorsi commossi.
Siamo carne da macello.
Abbiamo le ossa rotte, noi
che i nostri tempi non passano mai,
che non ci fa più effetto niente.
Noi per cui la pena non esiste,
perché tutti i giorni son botte.
Abbiamo occhi attenti,
spiamo
da serrature
di porte
saldate al muro,
che non si apriranno mai.
E piangiamo
lacrime
nere
di catrame,
che tuttavia
hanno un profumo naturale,
proprio come il gusto amaro che si è impresso
tra i nostri denti stretti e tra le gengive sanguinanti.