Il ricordo di Antonio Tabucchi

Quando si parla di letteratura italiana contemporanea non si può fare a meno di citare Antonio Tabucchi, scrittore pisano nato nel 1943 e morto nel 2012 a Lisbona, in terra lusitana. Il 25 marzo è caduta la ricorrenza dei cinque anni dalla sua scomparsa, che ha lasciato il panorama letterario italiano senza uno dei suoi più grandi esponenti. Il senso di Antonio Tabucchi è contenuto in una copiosa raccolta di opere, che possono affermare lo scrittore toscano come uno dei grandi autori postmodernisti del Novecento. Amico di Calvino, con l’autore di Se una notte un viaggiatore d’inverno ha condiviso anche un luogo a entrambi caro, Siena, città in cui i due hanno insegnato. Tabucchi infatti ha sempre preferito essere ricordato e considerato un professore, prima che scrittore, elevando la materia accademica a principale attività esistenziale. Oltre alla città del Palio, anche Pisa, Genova e Bologna sono state le grandi università che hanno visto Tabucchi insegnare, sempre nell’ambito letterario. Il suo impegno filologico sui lavori del poeta portoghese Fernando Pessoa (1888-1935) lo hanno iniziato a render celebre in quella terra lusitana dove spesso la letteratura sembra fermarsi. Altre culture prendono il sopravvento in ambito internazionale ( basti citare quella anglosassone, la francese o la tedesca) ma Tabucchi ha conferito maggior prestigio e visibilità, soprattutto in Italia, al mondo socio-culturale portoghese. Non a caso il libro più famoso, o meglio, su cui i lettori si accaniscono per primo, è Sostiene Pereira, da cui nel 1995 ne è stato tratto un film con Marcello Mastorianni. E già da questo testo si intravede la dedizione tabucchiana alla materia politica, che i suoi amici descrivono essere per l’autore pisano ben più che un semplice pensiero.
Tabucchi politico. Numerosi articoli che riempivano gli spazi editoriali dei vari “Corriere della Sera” o “Il Fatto Quotidiano” erano delle profonde considerazioni sull’andamento politico del Paese o sui personaggi che ne riempivano il parlamento. Si espose molto nella vicenda di Cesare Battisti, come non si tirò indietro nel criticare il governo Berlusconi e le sue leggi. Tuttavia Antonio Tabucchi non va considerato come un fervente polemista, in prima fila a ogni convegno, bensì un uomo con la sua idea della quale non aveva timore di esporne i contenuti. Può esser definito un repubblicano di sinistra, con momenti di anarchia che si svincolavano dalla sua forte difesa delle istituzioni italiani. Un ambivalenza paradossale.
Tabucchi personaggio. Tabucchi è sempre stato visto come una persona cordiale, con i suoi momenti- no ma pur sempre un uomo disposto ad ascoltare e a raccontare. Considerando la sua attività didattica, era molto attento ai giovani e per tanto aveva un gran piacere nell’intrattenersi con loro, scoprire i loro interessi e le loro capacità. Grande amante della convivialità, lo scrittore adorava le cene e le chiacchierate, magari davanti a un buon bicchiere di vino e in compagnia di amici. È in questi momenti che Tabucchi si apriva al dialogo politico, senza risparmiare talvolta la dimensione polemica, ma pur sempre aperto a nuovi dialoghi e idee.
Tabucchi scrittore. Come produzione, quella di Tabucchi può considerarsi sufficientemente ampia, con un buon numero di romanzi scritti, dalle raccolte epistolari al genere thriller. Si uniscono anche scritti analitici o raccolte di articoli di giornale. Il suo universo narrativo è fitto di una grande attenzione rivolta al peso delle parole, con sintassi caratterizzate da un tutto personale uso della punteggiatura e un senso profondamente umano che traspare dalle righe. Ne emerge una volontà di focalizzarsi sull’animo dei personaggi e sulla romanticamente astratta descrizione del paesaggio, che spesso è riconducibile ai panorami portoghesi. Sul finire della carriera come autore, Tabucchi si è concentrato molto sul tema del tempo, come confermano alcune sue ultime pubblicazioni (Si sta facendo sempre più tardi, Il tempo invecchia in fretta). In via conclusiva, lo scrittore toscano può considerarsi una delle bandiere letterarie del secondo Novecento italiano, traghettatore dalla letteratura novecentesca a quella contemporanea, con grande stima e apprezzamento da parte della cultura europea.