HEXN – YY

Saturazione è una parola che facilmente si associa alla musica contemporanea, la ricerca nell’esausto minimalismo e l’espansione dello spettro di frequenze sono solo due delle risposte al problema, e tale è l’eccesso di escrescenze che si cerca di tornare a una semplicità radicale e a una nuova spiritualità fiorita dallo scetticismo. E’ qui che si situa il tentativo di Hexn che con le due tracce di YY riparte dall’antico – e ancora non sufficientemente abusato – tema del dualismo, la lotta degli opposti che si attraggono e respingono. L’artista vicentino è di casa nel regno del rumore e del misticismo, in ogni suo lavoro si respirano cascate di luce nera e i riflessi di maschere di rituali dimenticati o immaginati, nella sua ultima prova Hexn si munisce delle scatole a pulsanti e si mette a fianco il maestro e docente Giuseppe Dal Bianco munito di strumenti di respiro orientale per sviluppare la sua interpretazione della guerra tra luce ed ombra. Balance è la prima traccia in cui compare immediatamente l’altro tema che percorre il nostro tempo, l’ossessionante ritmo industriale dentro cui esplode la profondità cardiaca di una pulsazione. Su questa base ovviamente ipnotica i suoni si stratificano come colate di magma sopra cui svolazzano stralci di memorie di luoghi lontani, forse sogni, forse allucinazioni. Si interrompe la vastità delle basse frequenze per far spazio alla semplicità mediorientale di una linea di chitarra che introduce Complementary rather then opposing, anche qui a farla da padrone è l’invariato incedere di un immane timpano sintetico che batte il tempo per scandire una danza nel vuoto o una processione di una sacralità senza dio. Sul rigonfio tappeto si ripetono melodie semplici come accenni a qualcos’altro, tra nugoli di riverberi l’atmosfera sembra voler invano trascinarsi fuori dal lento beccheggiare di una nave su di un mare in bonaccia, gli elementi indutrial, techno, drone e orientali proseguono giustapposti fino alla conclusione. Se l’ascolto fosse un pasto sarebbe una leccornia per l’amante del genere, altrimenti troppo digeribile e conclusosi lasciandoti affamato.